PROLOGO

 

 

Il nome con cui è nota nei documenti ufficiali della Repubblica Popolare Cinese nella traslitterazione attuale è Provincia di Henan oppure Zhōngyuán, “La Pianura Centrale”, ma alcuni usano ancora la vecchia dizione di Honan, in uso ai tempi in cui la Cina era un impero in disfacimento e le potenze occidentali vi avevano posto il loro oppressivo tallone.

            Honan era un posto dove gli occidentali avevano paura di avventurarsi e tutto per colpa di un uomo, se tale si poteva davvero chiamare, divenuto leggenda. Il suo soprannome più diffuso era il Dottore del Diavolo e il nome con cui era più noto era Fu Manchu.

            Per più di cento anni quest’uomo alto, vestito coi tipici abiti degli alti dignitari della sua terra e dai caratteristici lunghi baffi spioventi ha tentato di conquistare il Mondo per imporvi il suo ordine finendo sempre sconfitto per merito di un pugno di uomini senza altri meriti che il loro coraggio e determinazione.

            Oggi quest’uomo è morto, ucciso dalla sua figlia maggiore che ha tentato di prenderne il posto fallendo a sua volta[1] e le sale della sua un tempo imprendibile fortezza sono vuote… o no?

            Un uomo alto entra nella sala del trono e si ferma a contemplare la grande scacchiera posta al centro della sala e stringe tra dita adunche munite di unghie esageratamente lunghe il Re Nero con le fattezze di Fu Manchu.

-Il tuo tempo è finito.- proclama -Ora tocca all’Artiglio Giallo.-

            E con rapido movimento spezza in due la statuina in avorio laccato.

 

 

 

 

(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 75

 

 

DI DRAGHI E DI RE

 

Di Carlo Monni

 

 

PARTE PRIMA

 

 

OMBRE CINESI

 

 

1.

 

 

            Crab Cay è una piccola isola corallina dell’arcipelago delle Bahamas che, come dice il suo nome, è abitata perlopiù da crostacei. È nelle sue acque chiare che due persone in tuta da subacqueo si muovono silenziose, spinte dalle pinne ai piedi. L’uomo fa un cenno alla sua compagna indicando una manta che passa sopra le loro teste ignorandoli, poi, lentamente, si dirige verso riva. Si toglie la maschera rivelando il volto di un uomo sui trent’anni abbondanti, dai capelli castani con sfumature rossicce. Alle sue spalle una giovane donna bionda scuote i capelli.

            Il ronzio persistente che proviene dalla cintura dell’uomo gli strappa una smorfia di disappunto mentre afferra un piccolo cellulare e ne osserva il display.

-Fine della vacanza Clive?- chiede la ragazza.

-Mi vogliono a Hong Kong.- risponde Clive Reston -Ma non è detto che risponda di sì.-

-Ma lo farai, Clive, è inevitabile. Sei un cavaliere e un cavaliere non rifiuta mai di aiutare qualcuno in difficoltà… oppure una sfida.-

-Vedo che mi conosci bene Melissa. In effetti, pare che ci siano di mezzo una signora in difficoltà e un bambino in pericolo.-

-Allora è ovvio che devi andare Clive.- aggiunge Melissa Greville -Del resto se posso dirlo, è quello che…-

-… è quello che avrebbe fatto mio padre, già.- Clive fa un sorrisetto sardonico -Beh, c’è tempo prima che parta il prossimo aereo. Lei ha qualche idea su come impiegarlo, Miss Greville?-

-Ora che mi ci fa pensare, Mr. Reston…- replica, ridendo, Melissa mentre lui la afferra alla vita -… forse ne ho una o due.-

            Senza dire altro si lasciano cadere sulla sabbia.

 

            Isole del Mar Cinese Meridionale. L’uomo che sta a petto nudo sulla spiaggia dimostra poco più di vent’anni ed è indubbiamente di origine cinese anche se da tempo si considera cittadino del Mondo. Non sa perché è tornato qui a contemplare il mare: sa bene che i suoi sforzi per essere solo un umile pescatore tra tanti sono destinati al fallimento, non è nel suo destino la pace… nemmeno stavolta.

-Shang Chi…- una voce di donna, una che conosce bene.

-Vattene Leiko.- replica senza nemmeno voltarsi -Non tornerò indietro stavolta. Non voglio.-

-Nemmeno per aiutare una vecchia amica?- ribatte Leiko Wu -Nemmeno per salvare Juliette e suo figlio?-

            Lui sospira e si volta come del resto sapeva che avrebbe comunque fatto.

-Verrò con te.- risponde rassegnato.

 

Wolverine osserva il corpo a terra in un lago di sangue. È stata la cosa più difficile che abbia mai fatto e non può che sperare che il suo azzardo paghi. Si rivolge a Matsu’o Tsurayaba:

-Era questo che volevi? Che uccidessi il mio stesso figlio o mi facessi uccidere da lui? È questo il tuo concetto di vendetta?-

-Un po’ tortuoso, lo ammetto…- risponde il Giapponese -… ma mi divertiva l’idea. Comunque fosse andata a finire tu avresti perso: se non fossi morto avresti scambiato la vita di un figlio con quella di un altro.-

-Come… come hai fatto a metterlo contro di me?-

-Quello non è stato difficile sai? È sempre stato uno sbandato, un emarginato… un mezzosangue in una società come quella giapponese ha inevitabilmente problemi di inserimento e quando la Mano lo ha trovato non ha fatto fatica a plasmarlo in un feroce assassino. Del resto, perché stupirsi? Tale padre, tale figlio.-

            Logan digrigna i denti ma, non sa nemmeno lui come, riesce a trattenersi.

-Ti diverti vero?- ribatte -Quando… quando avete capito che era mio figlio?-

-Molto presto, credo.- risponde Tsurayaba -Gli artigli, il fatto che non invecchiava come gli altri. Era chiaro che c’era un legame con te e non ci volle molto a scoprire quale fosse.-

-Sua madre… tu sai chi l’ha uccisa?- chiede Wolverine.

-E tu no?- ribatte ironico Matsu’o -Ah già… dimenticavo che hai problemi di memoria. Può essere stato uno dei tuoi nemici, ne avevi tanti anche sessant’anni fa non è vero? Certo… non posso escludere che sia stato davvero tu come abbiamo detto a lui, dopotutto vai soggetto ad attacchi di furia cieca, non è forse vero?-

-Bastardo!-

            Wolverine salta addosso a Matsu’o e lo sbatte al suolo, poi gli punta gli artigli al collo. Il suo nemico sorride mentre gli dice:

-Avanti, fallo: uccidimi qui e adesso… e avrai condannato a morte tua figlia.-

            Wolverine esita. Un osservatore accorto noterebbe un leggero tremito della mano destra.

-Vuoi ucciderla comunque.- ribatte -Io dovrei… dovrei…-

-Fermo!-

            Logan gira la testa in direzione della voce e vede Daken, suo figlio, in piedi che si tiene l’addome con la mano sinistra.

-Ho detto: fermo! Non lo ripeterò.-

 

 

2.

 

 

            La sede del Secret Intelligence Service britannico, noto anche con la sigla MI6, è un palazzo bianco sulle rive del Tamigi a Vauxhall Cross il cui stile architettonico è stato ispirato dal modernismo anni 30 e perfino dai templi aztechi e Maya. Il palazzo ha diversi nomignoli di cui il più diffuso è Legoland perché sembra costruito proprio con i celebri mattoncini.

            Ogni volta che ci entra Clive Reston non può fare a meno di pensare che sia stata una scelta stupida dare ad un servizio segreto una sede pubblica. Non solo rende più facile identificare agenti che dovrebbero agire sotto copertura, ma è anche un facile bersaglio per attentati che infatti si sono puntualmente verificati almeno un paio di volte. Era meglio ai tempi di suo padre, quando il S.I.S. aveva sede in un anonimo palazzo della City sotto la copertura di una ditta di import-export e il nome del suo direttore era un segreto ben tenuto. Ai quei tempi il direttore del MI6 si firmava con le lettera C o M. Oggi il nome è noto ma le tradizioni vanno sempre onorate: l’attuale direttore preferisce siglare i suoi documenti con la C.

A Reston l’attuale direttore piace per vari motivi: è giovane, è di origini scozzesi proprio come lui ma soprattutto viene dal lavoro sul campo e capisce le esigenze ed i problemi di chi rischia spesso la vita per la Regina e per la Patria… proprio come il vecchio Sir Denis Nayland Smith.

            A Clive non capita spesso di incontrare il direttore, specie da quando è stato assegnato alla squadra speciale anti Fu Manchu sotto la diretta responsabilità di Sir Denis, ma il diabolico supercriminale è morto[2] e anche il suo vecchio avversario non vivrà a lungo. I tempi cambiano e a volte Clive si trova a pensare se non sia lui stesso un vecchio dinosauro.

-Benvenuto, agente Reston.- lo saluta il Direttore -Com’è andata la sua vacanza?-

-Non male, tutto sommato.- risponde Clive con noncuranza -Il mare alle Bahamas è eccellente e non hanno tentato di uccidermi neanche una volta.- [3]

-Molto spiritoso.-

-Le donne pericolose hanno sempre esercitato un certo fascino su di lei, non è vero Reston?- interviene il Vice Direttore -Un tratto in comune con suo padre, se non vado errato.-

-Non lo escludo… ma non mi avete certo convocato qui prima che partissi per Hong Kong solo per discutere della mia vita sentimentale… o sessuale.-

-In un certo senso sì.- replica il Vice Direttore -Una sua vecchia amica, la figlia di Fu Manchu, sarebbe stata avvistata a Macao.-

-Fah Lo Suee.- mormora Clive.

-Esattamente. Questa faccenda ha priorità assoluta su ogni altra cosa. Dimentichi Hong Kong: se la sente di andare a stanare quella donna?-

-Naturalmente, Sir. Quali sono i parametri della missione?-

-La catturi se può…- risponde, serio il direttore -… altrimenti è autorizzato a terminare il bersaglio con estremo pregiudizio.-

            Ovvero a ucciderla. Gli eufemismi dei servizi segreti lo divertono sempre, pensa Clive.

-La vecchia licenza di uccidere.- mormora sorridendo -Mi sta bene.-

 

            Kirigi avanza verso di lei. Dal suo corpo spuntano i pezzi di vetro che lei gli ha appena lanciato ma lui non sembra curarsene.

Elektra fa una capriola all’indietro evitando per un pelo un fendente che avrebbe potuto tagliarla in due. Il suo avversario sembra davvero inarrestabile ma lei deve trovare un modo per vincere questa sfida. Se fosse in gioco solo la sua vita forse non le importerebbe troppo: ha fatto molte cose brutte nella sua vita e probabilmente merita una punizione. Ma c’è anche la vita di Rina, in ballo, la vita della figlia che ha abbandonato alla nascita e che sperava avrebbe avuto una vita diversa dalla sua, non toccata dalla violenza. Per salvarla deve compiere l’impossibile e battere Kirigi. Non sa come ma deve farlo.

Non può più indietreggiare. Alle sue spalle una scogliera le blocca la strada. Deve affrontare il suo destino. Afferra saldamente e con entrambe le mani la sua katana e attende.

 

            Paladin, seguito da Luke Cage, Misty Knight e Colleen Wing, entra nell’ufficio di Joy Meachum e squadra la giovane e bella donna cinese che indossa un cheongsam, l’abito tradizionale femminile cinese, di color verde e con spacchi molto profondi e che ricambia il suo sguardo con apparente calma.

-Questa poi!- esclama Paladin -Il Drago di Giada è una donna e quella donna è Suwan.-

-Conosci questa donna?- gli chiede, sorpresa, Misty.

-Ma certo: sono informato su tutti i maggiori supercriminali ed i loro affiliati. Suwan è la pronipote dell’artiglio giallo e per quanto non sembri ha almeno 80 anni… portati molto bene se posso dirlo.-

-I complimenti sono sempre ben accetti, Mister Paladin.- replica la donna -E una lunga giovinezza è solo uno degli effetti collaterali del vivere vicino al mio prozio.-

-Le ultime notizie su di lei dicevano che era morta… uccisa da suo zio che prima aveva usato il suo corpo per farvi reincarnare un’antica e malvagissima principessa Cinese.-[4]

-Quella non ero io…- risponde Suwan -… ma un mio clone. Mio zio non aveva voluto rischiare. Mi aveva messo in animazione sospesa e mi sono risvegliata solo di recente.-

-E ha deciso di conquistare il Mondo cominciando dall’alta finanza? Geniale.-

            Suwan sta per rispondere quando la porta dell’ufficio ed entra un uomo di chiara origine cinese vestito di un completo scuro e cravatta in tinta su un’immacolata camicia bianca.

-Sono…- qualunque cosa volesse dire si interrompe di colpo riconoscendo la donna davanti a lui e con voce sorpresa esclama -Suwan?-

-Anche per lei la sorpresa è assoluta mentre replica:

-Jimmy?-

            Paladin sogghigna mentre commenta:

-Proprio quello che ci mancava: la riunione di due innamorati.-

 

 

3.

 

 

            La situazione non potrebbe sembrare peggiore: Shen Kuei, meglio noto come il Gatto, legato ad una sedia e picchiato ripetutamente da due sgherri, eppure sul volto del prigioniero c’è un sorriso insolente.

-Tutto qui?- dice sprezzante -Vi credevo più… creativi.-

-Vuoi torture più elaborate, Gatto? Possiamo provvedere.-

            A parlare è stato un uomo corpulento ma non grasso, col cranio rasato a parte una coroncina di capelli al centro della testa, l’occhio sinistro è coperto da una benda e la mano sinistra è sostituita da un’arma di qualche tipo. È a petto nudo e sulle spalle è drappeggiato un mantello.

-Kogar!- esclama il Gatto non particolarmente sorpreso -Vedo che la polizia di Hong Kong non è riuscita a trattenerti. Immagino che anche Spaccateste sia con te.-

-Immagini giusto.- dice l’uomo chiamato Spaccateste in costume e facendo roteare due catene alle cui estremità sono fissate due sfere d’acciaio -Sarà un piacere per me farti del male.-

-Ammesso che io te lo permetta.-

-La tua arroganza non ha limiti.- replica Kogar -Tu sei nostro prigioniero. Non puoi fare nulla contro di noi.-

            Sul volto di Shen Kuei appare un sorriso divertito.

-Ne sei davvero sicuro?- replica calmo.

 

            Olivia Boothroyd finisce di sparare ed appoggia la sua arma su un vicino ripiano.

-Perfetta.- commenta con un sorriso togliendosi le cuffie antirumore.

-È quello che dico sempre anch’io quando ti vedo, mia cara.-

             Olivia si volta per trovarsi davanti…

-Clive Reston. Per una volta hai avuto un ottimo tempismo. Stavo giusto provando un gingillo che potrebbe tornarti utile nella tua prossima missione.-

            Clive Reston sorride alla donna davanti a lui. Il suo nome completo è Olivia Amanda Boothroyd ed è il Vice Capo della sezione Armi ed Equipaggiamento o comunque si chiami questa settimana. Quando il padre di Clive era ancora in servizio attivo andava di moda designare le varie sezioni del MI6 con una lettera dell’alfabeto e quella toccata in sorte a quella specifica sezione era stata la lettera Q. Ancora oggi molti vi si riferivano con quella lettera e la usavano per designarne il capo, colpa anche di una serie di film basati molto liberamente sulle avventure del padre di Clive. Olivia, come Clive, era una specie di figlia d’arte perché il suo nonno paterno era stato il capo della sezione e ne aveva sostanzialmente plasmato la leggenda. Poiché Olivia era il numero due lì dentro qualcuno aveva preso a chiamarla Q2 e qualcun altro aveva preso a storpiare la pronuncia di quel nomignolo trasformandolo da Q Two in Cute[5] e la cosa è giustificata dal fatto che Olivia è davvero una bella donna, con una leggera somiglianza con l’attrice Vanessa Redgrave. Lei e Clive avevano avuto occasionali momenti di intimità di tanto in tanto.

-Di che si tratta stavolta?- chiede, ironico, Clive -Una penna che lancia raggi laser? Un bottone esplosivo?-

-Nulla di tutto questo.- risponde, seria, Olivia -Solo una versione modificata della tua arma preferita: la pistola Walther PPK. In questo caso è stata resa capace di sparare piccoli proiettili che al contatto esplodono sviluppando un altissimo calore che scioglie qualunque cosa.-

-Anche una Regina di Ghiaccio come te?-

            Olivia piega le labbra in quello che dovrebbe essere un sorriso e porge a Clive la pistola dicendo:

-Provala.-

            Con apparente noncuranza Clive punta la pistola contro una lastra d’acciaio e spara. Il proiettile colpisce la lastra e dopo pochi attimi nella stessa si apre un grosso buco.

-Niente male davvero.- commenta.

-Ci sono anche altre cosette ovviamente. Mi dicono che la tua missione potrebbe essere molto pericolosa.-

-E quali non lo sono? Buona giornata Olivia.-

 

Un semplice scippo ma non esistono crimini troppo piccoli per non interessare la figura in rosso che si è assunto il ruolo di protettore di Hell’s Kitchen. Per Devil è un gioco da ragazzi fermare lo scippatore bloccandogli le gambe col cavo del suo bastone per poi tirarlo verso di sé.

            Non passa molto tempo che arriva un agente di pattuglia e ammanetta il criminale.

-Voglio un avvocato.- urla lo scippatore -Questo è stato un arresto illegale.-

            Devil ride: e ribatte:

-Non lo sai che un cittadino ha il diritto di fermare chiunque stia commettendo un crimine? Non preoccuparti però, è tuo diritto avere un avvocato. Sceglilo bene.-

            Fa scattare il cavo del suo bastone e con un salto è già scomparso.

 

 

4.

 

 

            Arriviamo a Hong Kong per essere ricevuti da un uomo in divisa da autista che ci porta ad una villa elegante.

-Si tratta bene il tuo amico Gatto, Shang Chi.- commenta Leiko con una punta di sarcasmo.

            Amico? Forse io e Shen Kuei lo siamo davvero in fondo. Accantono il pensiero quando vedo la donna in piedi sulla soglia. Il tempo è stato clemente con Juliette, è ancora così bella.

-Shang Chi… sono lieta che tu sia venuto.- mi dice tendendomi le mani che stringo istintivamente.

-Non potevo non venire.- replico ed è la semplice verità.

            Juliette ci fa strada in un ampio soggiorno dove c’è un bambino di circa sei anni. Accanto a lui un uomo alto dai capelli castani e l’aria risoluta.

-Forse conoscete Rick Mason.- lo presenta Juliette.

-L’Agente, certo.- commenta Leiko.

            L’uomo sorride stringendole la mano:

-Leiko Wu.- dice -Ci siamo incrociati anni fa. Era il Cairo o Bagdad? Io ero lì per conto del Mossad mi pare.-

-E ci siamo quasi sparati addosso.-

-Ma dopo è andata meglio.-

            L’uomo che Leiko ha chiamato Agente si rivolge a me:

-Il famoso Shang Chi, sono lieto di conoscerti. Ti sei fatto una certa fama nei circoli dell’intelligence.-

-Una fama tra gli esperti di giochi di morte e d’inganni non mi interessa.- rispondo.

-Se non vi dispiace…- interviene Juliette -… vorrei che parlassimo di come salvare Shen Kuei. Voglio che mio figlio ritrovi suo padre.-

-Tuo… figlio?- mi avvicino al bambino e mi accuccio davanti a lui -Somigli a tuo padre, ma hai gli occhi di tua madre. Come ti chiami?-

-Marcus.- risponde lui -La mamma dice che tu sei bravissimo… quasi come mio padre e che lo riporterai a casa.-

-Lo farò, puoi contarci.-

            Leiko mi guarda e so cosa pensa: si chiede se non mi sia esposto troppo. Me lo chiedo anch’io ma sono deciso a mantenere la mia promessa.

 

            L’uomo dai capelli corti e biondi entra nella stanza sfoggiando un sorriso maligno. Kogar si fa da parte e ridacchiando si rivolge al Gatto:

-Conosci l’Inquisitore? È molto creativo nel far parlare la gente, un vero artista della tortura.-

-E si diverte anche.- replica Shen Kuei -Conosco la sua fama.-

-E allora saprai che spero che tu non parlerai tanto presto.- gli dice l’Inquisitore -Mi perderei tutto il divertimento.-

-Stai tranquillo… se vuoi dolore, avrai dolore… ma sarà il tuo.-

            Improvvisamente il Gatto scatta e si getta a terra. Le sue gambe unite colpiscono l’Inquisitore al mento facendolo cadere.

-Attenti… si è liberato.- urla Kogar.

            Shen Kuei balza in piedi e colpisce uno degli sgherri al suo fianco.

-Te lo avevo detto Kogar…- dice tranquillo -… siete voi ad essere imprigionati con me, non il contrario.-

 

            L’aeroporto internazionale di Pechino si avvicina e Clive Reston guarda dal finestrino la pista. Non è il suo primo viaggio nella Repubblica Popolare Cinese e spera proprio che non sia l’ultimo.

-Non dirmi che sei nervoso, Reston.- gli si rivolge il suo compagno di viaggio: Black Jack Tarr.

-Va bene, Tarr, non te lo dirò.- replica Reston -Non dirò nulla sul fatto che stiamo atterrando in un territorio potenzialmente ostile dove se scoprissero chi siamo potrebbero piantarci una pallottola in testa senza pensarci due volte.-

-Non sei il tipo che si preoccupa tanto per la propria incolumità. Dì la verità: non ti va che abbiano assegnato a questa missione anche la tua biondina. È per lei che hai paura.-

-Non è addestrata per una missione sul campo e… silenzio: sta tornando.-

            La statuaria figura di Melissa Greville spunta dalla toilette per poi sedersi a fianco dei due uomini.

-Di che stavate parlando?- chiede.

-Ripassavamo i dettagli della missione, specie i nomi che dovremo usare.- risponde Clive.

-Li ho imparati a memoria: tu sei Charles Royce e rappresenti un’importante società che vuol fare affari in Cina, lui è Joseph Tarrant, la tua guardia del corpo e io… io sono Maura Gascoyne, tua assistente personale… molto personale.-

-Speriamo che funzioni.- borbotta Clive.

            L’aereo rulla mentre iniziano le procedure di atterraggio.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

PARTE SECONDA

 

 

IL CODICE DEI SAMURAI

 

 

1.

 

 

           

 

            Fuyumi Fujikawa è una giovane e bella donna, membro di una delle più importanti e ricche famiglie del Giappone. È anche la pecora nera di quella famiglia: non solo si è messa con un potente oyabun[6] della Yakuza e della Mano, ma ha anche cospirato con lui per uccidere suo nonno i suoi genitori e sua sorella per impadronirsi della Stark-Fujikawa, un piano fallito a causa dell’eroe occidentale chiamato Iron Man.[7]

Fuyumi non prova alcun rimorso per le sue azioni e si gode la sua posizione come compagna di Matsu’o Tsurayaba, ma sta per scoprire che oltre ai soldi e al potere ci sono anche conseguenze sgradevoli.

Il coltello che le morde la gola sembra apparire dal nulla mentre una voce di donna le sussurra:

-Non fiatare. Se chiami aiuto sei morta.-

            Fuyumi non perde la calma almeno apparentemente. Respira a fondo poi chiede con voce sommessa:

-Chi sei? Cosa vuoi?-

-Faccio io le domande e tu rispondi. Voglio sapere dov’è la bambina, la figlia di Wolverine, e tu me lo dirai alla svelta o ti assicuro che ti farò male… molto male.-

            E Fuyumi è assolutamente sicura che la donna misteriosa non stia bluffando.

 

            L’uomo chiamato Rick Mason si muove guardingo. È evidente che sa quel che fa.

-Ci sono guardie armate naturalmente.- commenta -Dopo aver catturato il Gatto si aspettavano altri guai… o magari è solo per tener dentro lui.-

            Da come conosco Shen Kuei i suoi catturatori si illudono se credono di poterlo tenere prigioniero a lungo. Mason ha ragione: si è fatto catturare apposta per stanare il vero nemico. Juliette teme che lo abbiano ucciso ma io ne dubito.

-Sta arrivando un’auto.- ci avverte Leiko.

            Una limousine si ferma davanti all’edificio che stiamo controllando e ne scende una donna dal portamento altero vestita con una calzamaglia verde. Anche i capelli sono verdi e lunghi e coprono una parte del suo viso.

-Che mi venga un colpo!- esclama Mason -È proprio lei.-

-Chi?- chiedo sorpreso.

-Una delle più pericolose terroriste in circolazione, Shang Chi.- mi risponde Leiko -Il suo vero nome è sconosciuto: la chiamano Viper.-

 

Lo scintillio negli occhi di Daken indica chiaramente una furia repressa che sta per esplodere. Le sue ferite si stanno rimarginando. Wolverine contava proprio che avesse un fattore rigenerante rapido come il suo.

-Lascialo andare.- ripete -Non te lo dirò un’altra volta.-

            Wolverine spinge Matsu’o a terra e si rivolge a sua volta a Daken:

-Vuoi ancora combattere al suo posto?-

-Potrei ucciderti, vecchio, e tu lo sai.-

-Sì… ne sono convinto. Anni fa non avrei esitato ad accettare la sfida, figlio o non figlio, ma oggi… oggi non voglio combatterti.-

            Daken sfodera i suoi-artigli e li punta al naso di Wolverine.

-Ma forse lo voglio io.- urla -Forse voglio fartela pagare per gli anni di dolore e umiliazione che ho patito per causa tua.-

-Ragazzo… fino a mezz’ora fa io ignoravo perfino la tua esistenza… e non ricordavo nemmeno tua madre. Hanno pasticciato col mio cervello, mi hanno usato proprio come lui e quelli come lui…- indica Matsu’o -… hanno usato te. A lui non importa nulla di te. Sarebbe felice se tu mi uccidessi ma gli andrebbe bene anche se fossi io ad ucciderti perché sa che la cosa mi devasterebbe. Avrei ucciso mio figlio. A lui interessa solo vendicarsi. Vuoi davvero essere il suo strumento o vuoi cominciare a pensare con la tua testa?-

            La sola risposta di Daken è un sogghigno.

 

 

2.

 

 

            C’è un sorriso sardonico sul volto di Paladin mentre osserva la donna che si fa chiamare Artiglio di Giada che si avvicina a Jimmy Woo e gli carezza il volto.

-Jimmy…- mormora -… sei davvero tu? Sembri ancora così giovane.-

-Come te Suwan.- risponde l’agente dello S.H.I.E.L.D. afferrandole la mano -Ero convinto che fossi morta.-

-E hai sentito la mia mancanza?-

            Jimmy Woo elude la sua domanda e dice:

-E così sei tu il misterioso Artiglio di Giada. Hai preso il posto di tuo zio dopo la sua scomparsa e rinnegato tuo tutto ciò che credevamo.-

-Sbagli.- ribatte Suwan -Su di me e su mio zio… è appena tornato in attività.-

 

Il luogo è una segreta nella fortezza di Honan un tempo appartenuta a Fu Manchu. Al suo interno, incatenata ad una parete, sta una donna, giovane all’apparenza, dai lunghi capelli neri vestita con un abito lungo che le lascia le spalle nude e con ampi spacchi laterali sino alle cosce. Quando la porta della sua cella si apre il suo sguardo fiero nonostante l’incomoda posizione si posa sulla figura di un uomo alto dai lunghi baffi spioventi e il cranio rasato.

-Padre?- mormora e nella sua voce c’è un tono misto di timore e speranza.

            L’uomo avanza e si mostra alla fioca luce e la donna vede che indossa un’armatura coperta appena da un giacchetto blu… lo vede e lo riconosce.

-Non sono tuo padre Fah Lo Suee.- le dice l’uomo con un sorriso maligno in volto -Sono il suo legittimo successore.-

-Artiglio Giallo.- esclama la figlia di Fu Manchu -Mi ricordo di te quando eri solo un apprendista alla corte di mio padre. Ora pensi di essere degno di succedergli. Quell’onore è solo mio, il sangue del suo sangue.-

-Sei orgogliosa come mi ricordo Fah Lo Suee. Unisciti a me nel portare avanti la visione di tuo padre. Insieme saremo invincibili.-

-Preferirei piuttosto accoppiarmi con un cane.- è la sprezzante risposta.

-Non è detto che non accada, se è questo che vuoi. Avrei preferito che tu fossi più ragionevole ma se sono costretto, ti spezzerò e poi forse sarò magnanimo e ti terrò come mia concubina.-

-Credi di essere chissà chi ma non sei nemmeno degno di strisciare ai piedi di mio padre e pensi di poterne prendere il posto. Il tuo orgoglio causerà la tua caduta ed io riderò quando accadrà.-

-Lo vedremo, donna… lo vedremo.-

 

            Lama contro lama, il cozzare dell’acciaio contro l’acciaio. La katana di Elektra si spezza e lei getta via il moncherino che rimane.

            Kirigi avanza per vibrare il colpo finale ma Elektra indietreggia. Inciampa su qualcosa e cade all’indietro. Kirigi scatta in avanti. Elektra lo colpisce con un calcio all’inguine. Il guerriero invincibile barcolla senza emettere un gemito e poi riprende ad avanzare. Elektra lo afferra e lo spinge verso la scogliera. Kirigi le strige un polso e la trascina con sé.

            Cadono entrambi verso gli scogli sottostanti.

 

 

3.

 

 

            Con la punta del coltello che le accarezza le reni Fuyumi Fujikawa scende verso il seminterrato della villa e chiede alla donna alle sue spalle:

-Chi sei e perché ti interessa tanto la figlia di Wolverine ed Elektra?-

-Puoi chiamarmi Yukio e puoi anche definirmi una ronin.-[8] replica l’altra.

-Yukio… sì. Ho sentito parlare di te: una ribelle… una pazza.-

-Sì… forse è vero… ma sono soprattutto un’amica di Wolverine e gli ho promesso di ritrovare sua figlia.-

-Amica… certo. Non è molto alto ma deve avere altre doti nascoste immagino. Abbastanza da guadagnarsi la tua lealtà.-

-Parla di meno e portami dalla bambina.-

            Fuyumi si permette un sorriso.

-Lo farò.- risponde -Ti porterò da lei.-

 

            Daken si rivolge a Matsu’o:

-Mi hai mentito: non ha ucciso lui mia madre.-

-E che differenza fa?- ribatte l’altro -Per quel che ne sa lui, potrebbe essere anche vero. In ogni caso tu lavori per la Mano… per me. Che sia un padre che non hai mai conosciuto non dovrebbe importarti.-

-Io non sono una macchina e nemmeno un burattino. Non puoi trattarmi come se lo fossi.-

-Ah… si vede che è tuo figlio, Logan. Stessa arroganza non ti pare?-

-Stai zitto.- ribatte Wolverine e poi si rivolge a Daken:

-Figliolo…-

-Non chiamarmi così.- ribatte lui -Non ho ancora deciso di non ucciderti. Dov’eri tu quando crescevo da solo e disprezzato?-

-Io…-

Logan non sa cosa dire. Dopotutto nemmeno lui conosce le risposte. Chi ha ucciso la madre di Daken? Volevano colpire lui? Perché ha abbandonato suo figlio? Lo hanno costretto o l’ha fatto volontariamente? La sua vita è tutta una serie di domande senza risposte.

Improvvisamente un artiglio gli si conficca tra le costole e lui si piega con un grido.

-Il tuo fattore di guarigione ci metterà un po’ a rimetterti a posto, paparino.- gli sussurra Daken -Avessi spinto più a fondo saresti morto grazie al metallo che ricopre i miei artigli.-

            Frammenti della spada di Muramasa fatta con una lega speciale che annulla il fattore di guarigione. Magia forse ma ciò che importa è che funziona. Logan sente tutto il dolore della ferita e si tampona il sangue come può. Daken si rivolge a Matsu’o sfoderando gli altri artigli:

-Ora credo che ti squarterò come il maiale che sei.-

-No!- urla Wolverine.

 

            L’impatto con l’acqua l’ha lasciata senza fiato. Elektra non sa nemmeno lei com’è riuscita ad evitare gli scogli ed ora si sente trascinare verso il fondo. Non può permettersi di lasciarsi andare. Comincia la risalita. Con la coda dell’occhio vede degli squali. Se sarà fortunata gli scogli la proteggeranno quanto basta.

            Finalmente raggiunge la superficie e si arrampica su uno scoglio. Nessuna traccia di Kirigi. Con un po’ di fortuna è piombato prima sugli scogli e poi in acqua dove gli squali si occuperanno di lui. Ma non riesce a crederci.

            Guarda verso l’alto. Sarà una scalata difficile ma può farcela… deve farcela.

 

 

4.

 

 

            Sembra la sede di una normalissima azienda: impiegati che lavorano al computer o si muovono tra i cubicoli. I tre visitatori non sono ingannati dalle apparenze: sanno che è solo una copertura della locale sede del MI6 a Shangai

-in realtà gli affari vanno bene e abbiamo anche un discreto profitto… che ovviamente viene versato al MI6.- risponde il General Manager dell’azienda in realtà il responsabile della sezione.

-Ma suppongo che i Cinesi non lo sappiano.- commenta, ironico, Clive Reston.

-In realtà non ne siamo sicuri ma finora non ci hanno dato fastidi.-

-Immagino che questa stanza sia a prova di intercettazione.-

-Ovviamente… anche se non escludo che i Cinesi abbiano qualche tecnologia che potrebbe superare le nostre misure di sicurezza. Ma veniamo agli affari. Date un’occhiata a queste.-

            Una serie di immagini passa su uno schermo e tutte sono di una donna alta e bruna.

-Sì… è proprio Fah Lo Suee.- commenta Clive.

-La settimana scorsa era a Macao e due giorni fa era qui. Dopodiché ne abbiamo perso le tracce.-

-Ma io so dove può essere. C’è un solo posto dove può essersi diretta.-

-La fortezza di Honan.- dice Black Jack Tarr.

-Ci ha sempre tenuto a succedere al padre… occupare la sua fortezza è un passo logico. Direi.-

-Allora andremo là.- ribatte Tarr.

-Adoro la tua mentalità semplice e diretta Tarr.- Clive si rivolge a Melissa Greville -Tu, ovviamente rimani qui.-

-Te lo scordi.- replica la ragazza.

-Non è oggetto di discussione: non sei un’agente operativo e non sei addestrata al lavoro sul campo.-

-Il che non ha impedito ad un po’ di gente di cercare di uccidermi in passato… e poi che ne sarà della tua copertura, signor uomo d’affari senza la tua preziosa assistente?-

            Clive sbuffa e Black Jack Tarr sogghigna.

 

            Leiko sembra sorpresa.

-Viper… pensavo fosse morta.-

-Non è così semplice da uccidere.- replica Rick Mason serafico -Se una come lei è coinvolta la cosa è grossa. Forse progetta un attentato nel suo stile.-

-Che vuol dire centinaia, migliaia o addirittura milioni di morti.- aggiunge Leiko.

-Allora la fermeremo.- affermo io.

-Per farlo dovremo entrare lì dentro.- ribatte Mason -Qualche idea?-

            Non gli rispondo e con molta calma esco allo scoperto e mi dirigo verso l’edificio.

-È pazzo?- chiede Mason.

-A volte me lo chiedo anch’io.- replica Leiko.

 

            Fuyumi apre una porta e si rivolge a Yukio:

-Entra pure.- le dice con una punta di sarcasmo nella voce.

            Yukio si muove con circospezione. È tutto troppo facile si dice e le cose troppo facili nascondono sempre una trappola. Spinge dentro Fuyumi e si ritrovano entrambe in una stanza dove c’è un lettino per bambini e nessun altro.

-L’avete lasciata sola?- esclama Yukio.

-Non si è mai veramente soli.- ribatte Fuyumi.

            Come spuntati dal nulla una mezza dozzina di guerrieri della Mano circondano la giovane ronin.

-Sapevo che non sarebbe stata semplice.- borbotta lei, poi sorride -Meglio così: io odio le cose semplici.-

            Con un grido si tuffa in battaglia. Evita il fendente di una katana e colpisce uno dei ninja con il taglio della mano destra e subito dopo un altro si ritrova un coltello nell’addome.

            Yukio si muove veloce, incurante del pericolo, come se non le importasse di essere uccisa. Lo scontro non dura molto ed infine solo in due sono rimaste in piedi: Yukio e Fuyumi Fujikawa.

-Tu…- lo stupore è evidente nella voce e nel volto di Fuyumi -… tu hai sconfitto sei ninja della Mano.-

-Sono sopravvalutati… io ho imparato dai migliori.- risponde Yukio.

            Omette di parlare delle ferite che ha riportato sono superficiali perlopiù, anche se da come sanguina non si direbbe. Avanza verso il lettino. Guarda dentro e grida.

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

TERZA PARTE

 

 

DECISIONI ESTREME

 

 

1.

 

 

            Joy Meachum esclama:

-Ma insomma… chi è questo zio di cui questa tizia sta parlando e che sembra impressionarvi tanto?-

-Una leggenda secondo alcuni…- risponde Paladin -… ma non per la gentile signorina qui presente e per l’Agente Woo. Lo chiamano Artiglio Giallo, un nome pretenzioso forse, ma adatto ad un supercriminale. Del suo passato non si sa molto ma apparve dal nulla nel 1956 e si mise apparentemente al servizio della Cina Popolale ma in realtà seguiva una sua personale agenda che contemplava la conquista del mondo. L’agente Woo era nell’F.B.I. all’epoca e si scontrò con lui diverse volte, sventando i suoi piani grazie anche all’aiuto di Suwan… poi alla fine del 1958 l‘Artiglio Giallo scomparve e nessuno ne seppe più niente sino a una decina di anni fa circa.-

-Aspetta…- lo interrompe Joy -… stiamo parlando di più di 50 anni fa e l’Agente Woo non ne dimostra che poco più di trenta.-

-Merito di una vita sana.- ribatte con un sorriso Jimmy Woo.

-Poco tempo fa l’Artiglio Giallo scomparve e a quanto pare l’Artiglio di Giada ha preso il suo posto.-

-Qualcuno doveva pur farlo.- replica Suwan.

-Perché Suwan?- le chiede Jimmy Woo –Tu non eri così ma ora… hai ordinato omicidi e ricatti per ottenere i tuoi scopi proprio come tuo zio.-

-Che vuoi che ti dica, Jimmy? La vita della brava ragazza era così noiosa che ho pensato di cambiare e così ho preso il posto di mio zio e ho preso il nome di Artiglio di Giada.-

-Dovrò farti arrestare adesso.-

            Suwan sorride e accavalla le gambe.

-Non credo Jimmy.- dice -Perché, vedi, tu hai bisogno di me. Credevo di aver ucciso mio zio ma avrei dovuto ricordare di non sottovalutarlo. È tornato e ha deciso di colmare il vuoto di potere lasciato dalla morte di Fu Manchu impadronendosi del suo… impero del male, il più vasto network di assassini e terroristi del globo. Se ci riesce nulla potrà fermarlo. Io posso aiutarvi a farlo… alle mie condizioni.-

            Woo rimane silenzioso per qualche istante poi replica:

-Sentiamole.-

 

            Elektra raggiunge la cima della scogliera. Non sente quasi più braccia e gambe ma non può fermarsi adesso. C’è in gioco molto di più della sua vita stessa.

            Raggiunge la vetrata da lei infranta poco prima[9] e sente le voci all’interno:

-Non farlo Daken… non ti permetterò di uccidere Matsu’o… non prima che mi abbia detto dov’è mia figlia… tua sorella.-

            Alla voce di Wolverine segue quella di Daken:

-Questo bastardo mi ha ingannato e per quel che mi riguarda, merita di morire.-

-Mi occuperò io di lui… dopo.-

-E se non lo farà lui, ci penserò io- afferma Elektra entrando nella stanza poi si rivolge a Matsu’o Tsurayaba -Il tuo piano è fallito: io e Wolverine siamo sopravvissuti.-

-E credi che questo mi privi della mia vendetta?- ribatte Matsu’o sprezzante -Anzi… la rende più dolce.-

            Con un rapido gesto preme un bottone e su uno schermo che si materializza su una parete appare l’immagine di Yukio stravolta.

-Sono sempre un passo davanti a te… Wolverine… sempre.-

 

            Florida. Nina McCabe, alias Belinda Swann alias Cigno Nero, non sa cosa sta capitando alla donna che negli ultimi anni è stata per lei una sorta di madre putativa ed anche se lo sapesse non potrebbe fare molta differenza. Ora deve concentrarsi sul suo incarico, quello per cui l’hanno ingaggiata e le pagano un sostanzioso onorario, dopotutto è o non è una delle migliori assassine sulla piazza?

            Apparentemente si sta godendo la spiaggia di Miami in un ridotto bikini, naturalmente nero, sorseggiando un drink e sembra solo una delle tante ragazze che si mettono in mostra ma in realtà sta solo aspettando il momento di prendere contatto col suo bersaglio.

            Se si fermasse a riflettere forse Nina si chiederebbe quando ha cominciato a considerare con tanto distacco le persone che le viene chiesto di uccidere. Forse è il solo modo che ha di non pensare al fatto che ha superato la linea tra giusto ed ingiusto. Lei voleva solo aiutare Elektra ma ogni passo da lei fatto per questo scopo l’ha portata a diventare quello che è ora. Non può più tornare indietro ormai e forse non vuole.

            Accantona ogni altro pensiero: il suo bersaglio è arrivato ed è il momento di colpire.

 

 

2.

 

 

            Mi avvicino ai due uomini di guardia alla porta che mi guardano perplessi e mi puntano contro le loro armi.

-Fermati dove sei o spariamo.- mi intima uno.

-Non ci saranno altri avvertimenti.- aggiunge l’altro.

-Non mi servono.- replico e prima che possano abbozzare una qualche mossa io sono già loro addosso e li abbatto.

            Senza aspettare i miei alleati spalanco il portone ed entro.

-Non è il tipo che perde tempo.- commenta Rick Mason.

-Non lo è mai stato.- ribatte Leiko balzando allo scoperto e sparando alle altre guardie.

            Le loro voci mi giungono ovattate mentre procedo all’interno dell’edificio.

 

            Un attico a Park Avenue. Fino a poco tempo prima Natalia Alianovna Romanova, meglio nota negli Stati Uniti come Natasha Romanoff ed ancor più come Vedova Nera, aveva temuto di perderlo durante la sua recente e personale crisi economica. Come avrebbe detto il suo compagno Matt Murdock, aveva sputato l’anima per poterlo comprare e doverlo abbandonare non sarebbe stato facile. Per fortuna un paio di onorari sostanziosi da parte dello S.H.I.E.L.D. e soprattutto la decisione della Van Dyne Fashion di riassumerla come designer le avevano permesso di onorare le rate del mutuo e col successo della sua ultima collezione, spinto anche dai turbolenti fatti avvenuti alla sfilata di presentazione,[10] le preoccupazioni economiche erano accantonate per un bel po’… il che le permetteva di dedicarsi ad altro.

-Non posso dire che mi faccia piacere vederti partire per un luogo pericoloso come Madripoor.- le dice il suo burbero mentore Ivan Petrovitch.

-Ho l’opportunità di salvare una ragazza rapita, stuprata e venduta come prostituta, credi che potrei starmene in disparte a non far nulla?- ribatte Natasha.

-No è ovvio che non puoi.- ammette cupo Ivan -Solo… vorrei poter venire con te.-

-Non se ne parla nemmeno. Sei ancora convalescente per la tua recente ferita[11] e non sei in grado di affrontare un viaggio così impegnativo… e poi… se non te ne sei accorto, sono una donna adulta e capace di badare a se stessa. Non è la prima volta che vado in un territorio ostile e pieno di pericoli e me la sono sempre cavata. Senza contare che non sarò sola: Matt e l’Uomo Ragno verranno con me.-

Uhm…- bofonchia il vecchio russo con una smorfia -…di Murdock so che posso fidarmi, ma quel buffone che spara ragnatele e pessime battute… sei sicura che sia davvero affidabile?-

            La Vedova Nera sorride e accarezza affettuosamente la guancia sinistra di Ivan mentre replica:

-L’Uomo Ragno è decisamente in gamba credimi. È in circolazione da prima di Matt e sospetto che il suo atteggiamento scanzonato nasconda profonde ferite dell’animo. Credo che a motivarlo sia un forte senso di colpa e che abbia conosciuto più di una tragedia personale nella vita.-

-Di solito non sbagli a giudicare qualcuno. Senso di colpa per il ragno, ansia di giustizia per Murdock e tu… perché lo fai?-

-Perché mantengo sempre la mia parola. Ricordi quelle ragazze russe introdotte qui come schiave del sesso?[12] Ho giurato che non avrei più permesso una cosa simile se potevo impedirla ed è esattamente quello che farò.-

            E Ivan sa bene che questo chiude la discussione.

 

            Nessuno si avvicina mai alla fortezza nel cuore della Provincia di Henan in Cina anche ora che il suo padrone è scomparso.

            Ora qualcun altro si è proclamato signore di quella fortezza e non è meno spietato del precedente padrone.

            Per molti anni l’Artiglio Giallo ha sognato di trovarsi in queste sale da signore assoluto e ora il suo sogno si è avverato… o almeno è ciò che sembra.

            Sogghigna mentre una donna legata viene spinta davanti a lui che è seduto su una specie di trono.

-Allora Fah Lo Suee… dice alla donna -… hai riflettuto sulla mia proposta?-

            Come risposta la figlia di Fu Manchu gli sputa in faccia. L’Artiglio Giallo le sferra un manrovescio e poi un altro.

-Mi pregherai di prostrarti ai miei piedi, sgualdrina, mi supplicherai.-

-Morirò prima.- ribatte lei.

-A questo posso provvedere ma prima ti umilierò… te lo prometto.-

 

 

3.

 

 

            Africa Centrale. Il potente binocolo inquadra una scena che ad altri occhi apparirebbe strana: due giovani donne, una bionda ed una bruna, vestite di una specie di costume sono in piedi di fronte a quella che può solo essere descritta come una pantera nera antropomorfa. Più discosti stanno un giovane dai capelli neri ed un uomo più maturo dai capelli rossi circondati da altri animali antropomorfi.

-Li ho trovati, T’Challa.- dice l’uomo, un bianco alto la cui faccia sembra quasi scarnificata -Che vuoi che faccia?-

<<Limitati a tenerli d’occhio per ora, Horatio.>> risponde la Pantera Nera <<Ma se quel tizio che si fa chiamare Pantera tentasse un gesto ostile contro quei tre ragazzi intervieni immediatamente. Se non fossi impegnato con le manovre di chi ha voluto sottrarmi il trono[13] sarei lì io stesso. Confido in te.>>

-Non ti deluderò T’Challa.-

 

            Il Gatto non sembra preoccupato quando Spaccateste gli si avvicina.

-Ho sentito un sacco di storie, Gatto... ma sono convinto che molte siano solo esagerazioni.-  proclama quest’ultimo -Qualcuna me l’ha raccontata quella sgualdrina di Juliette. Ti ricordi che me la sono sbattuta per un po’, vero? Quella è davvero una donna che sa come far divertire un uomo.-

            Se le parole di Spaccateste avevano lo scopo di turbare Shen Kuei e rovinare la sua concentrazione, almeno apparentemente, non hanno raggiunto lo scopo: il viso del Gatto è una maschera di impassibilità.

            Spaccateste lancia una delle sue catene e se la palla alla sua estremità lo colpisse al volto non ne rimarrebbe che una poltiglia insanguinata, ma Shen Kuei non sembra impressionato.

            Si muove velocissimo: ruota su se stesso e evita il colpo poi afferra la catena e la tira verso di sé sbilanciando Spaccateste.

-Avresti dovuto ascoltarle meglio quelle storie.- si limita a dire mentre colpisce Spaccateste col taglio della mano.

            Il suo avversario crolla a terra e lui si volge verso Kogar dicendogli:

-Se vuoi spararmi, sarà meglio per te che tu sia sicuro di colpirmi:

            Kogar esita sa di essere in gamba ma sa anche chi è il Gatto e sa che non gli concederà che un’occasione.

-Fermo!- intima un’imperiosa voce femminile -Lo voglio vivo per ora.-

            Nel vedere la nuova venuta Shen Kuei sorride:

-Viper!- esclama -Finalmente sei venuta allo scoperto.- 

 

            La vista di Yukio che piange basta a scuotere Wolverine che afferra Matsu’o Tsurayaba per il bavero.

-Che cosa hai fatto, bastardo’-

            L’oyabun sogghigna soddisfatto mentre risponde:

-Vostra figlia era già morta quando tu ed Elektra siete entrati nella villa. È la mia vendetta finale su di voi e mi ripaga che siate sopravvissuti alla mia trappola.-

-Maledetto!-

            Elektra balza in avanti ma Wolverine la ferma.

-Questo bastardo è mio.- dice

            E affonda i suoi artigli nella carne del suo nemico.

 

 

4.

 

 

            Il volto di Jeryn Hogarth riempie quasi tutto lo schermo del computer mentre parla con Danny Rand:

<<E questo è tutto Danny. Questa Suwan… o Artiglio di Giada… è disposta a cessare le attività ostili contro la Rand-Meachum in cambio del tuo aiuto e di quello delle altre Armi Immortali contro l’Artiglio Giallo. Come faccia a sapere che tu sia Iron Fist non lo so.>>

-Ormai sono rassegnato al fatto che la mia identità non sia poi così segreta come mi piacerebbe Jeryn.- replica Danny -Sono più incuriosito dal fatto che sappia anche delle altre Armi Immortali.-

-L’Artiglio Giallo è addentro a molti misteri…- interviene il Principe degli Orfani -… logico presumere che sua nipote ne sappia quanto lui.-

-A me interessa solo che ci sia da menare le mani.- commenta Cobra Grasso.

-Io cerco solo torti da vendicare.- aggiunge Fratello Cane Numero Uno.

            Sia Bella Figlia della Tigre che la Sposa dei Nove Ragni tacciono. Miranda Rand, invece, chiede:

-Lo S.H.I.E.L.D. ha accettato le condizioni dell’Artiglio di Giada?-

<<A loro non importa molto delle sue altre attività e l’Agente Woo sembrava incline a darle retta.>> risponde Hogarth <<A lui in particolare importa solo di neutralizzare l’Artiglio Giallo. Azzarderei che per lui sia una cosa personale.>>

-Molto personale.- conferma il Principe degli Orfani.

-E quindi lo S.H.I.E.L.D. vorrebbe il nostro aiuto?- chiede ancora Iron Fist -Ci hanno messi nella posizione di non poter rifiutare.-

 

            Yelena Belova, altrimenti nota come la Vedova Nera, ascolta il resoconto che Nick Fury in persona sta facendo ai Vendicatori Segreti.

-L’Artiglio Giallo ancora una volta.- commenta il Comandante Steve Rogers -Vuoi che ce ne occupiamo noi Nick?-

<<In realtà no, Steve.>> replica Fury <<Tu e la tua squadra avete già altre gatte molto serie da pelare.[14] Ne ho inviata un’altra molto particolare. Voi subentrerete solo se falliranno.>>

-Sta bene, Nick… almeno per ora.-

-L’Artiglio Giallo… ho sentito parlare di lui.- commenta Donna Maria Puentes -Ma chi è esattamente?-

-Il suo vero nome è sconosciuto.- risponde Yelena -Ma dalle carte che ho letto, anche il KGB lo temeva e questo non capitava spesso.-

 

            Il SUV si ferma di colpo.

-Qui comincia la zona proibita.- dice l’autista.

-Zona proibita? Che vuol dire?- chiede Clive Reston facendo il finto tonto come si conviene al personaggio che sta interpretando: l’imprenditore britannico Charles Royce.

-Che è vietato recarsi oltre questo posto.- risponde l’autista -Perfino gli aerei la evitano.

            Clive guarda i suoi compagni e annuisce. Non è la prima volta che viene da queste parti e sa bene che nella zona intorno all’antica fortezza la parola di Fu Manchu era una legge che nemmeno il governo comunista ha osato infrangere e quando ci ha provato ha dovuto pentirsene.

            È lì che Fah Lo Suee si è rifugiata? Non c’è che un modo per scoprirlo.

-E se volessimo andarci?- chiede.

-Nessuno è così pazzo da provarci.- ribatte l’autista.

            Clive si volge verso Black Jack Tarr e Melissa Greville e pensa che almeno tre pazzi esistono. Se solo Leiko e Shang Chi fossero con loro…ma non si può avere tutto nella vita.

 

 

FINE PARTE TERZA

 

 

PARTE QUARTA

 

 

L’ANTRO DEL DRAGO

 

 

1.

 

 

            Lo chiamano in molti modi ma il suo nome ufficiale è: velivolo leggero di pronto intervento, non c’è da stupirsi se in tanti preferiscono un nomignolo.

            I passeggeri si potrebbero definire alquanto bizzarri se il mondo non fosse già abituato a cose più strane: un gorilla parlante che indossa dei boxer con il logo dello S.H.I.E.L.D., una bionda principessa di un favoloso regno sottomarino, un robot che sembra uscito da un racconto o film degli anni 50, un uomo in costume rosso e blu che indossa un casco simile a quello degli astronauti… o alla vasca dei pesci rossi, precisa sarcastico il gorilla. Al loro fianco un’altra donna bionda con indosso una tunichetta in stile greco antico sembra la più normale… pura apparenza perché lei è Afrodite, nota anche come Venere, la dea dell’amore.

            Non sono i soli a bordo. A parte l’equipaggio ci sono, oltre all’equipaggio, anche le sette Armi Immortali, le Figlie del Drago, Paladin, Luke Cage e i Figli della Tigre: Robert Diamond, Abraham Brown, Lin Sun e Lotus Shinkuko.

-Un gorilla parlante.- questa è bella.- commenta Misty Knight.

-Disse quella il cui ragazzo ha incontrato un drago parlante.- ribatte quest’ultimo.

-E tu come lo sai?- chiede, sorpreso, Iron Fist.

-Quando sei stato maledetto a trascorrere l’eternità nel corpo di un gorilla immortale non ti manca il tempo di imparare un po’ di cose sulle altre leggende.-

            Danny Rand fa una smorfia e sua sorella sorride.

-Ah…è un piacere vedere il sorriso sulle labbra di una bella ragazza. Io sono Kenneth Hale ma il volgo, per qualche strano motivo, preferisce chiamarmi Gorilla Man.-

-Chissà perché.- commenta Colleen Wing.

-Ho sentito parlare di te.- interviene Paladin -C’è stato un casino all’ambasciata americana nella Repubblica Democratica del Congo e si parlava proprio di un gorilla parlante.-[15]

-E tu come fai a saperlo?- chiede Ken Hale.

-Le voci corrono ed io ho le mie fonti.-

-Vi comunico che già da un po’ siamo nello spazio aereo cinese e che le schermature reggono: nessuno sa che siamo qui… il che è un bene per le pericolanti relazioni tra la Repubblica Popolare Cinese e lo S.H.I.E.L.D.- comunica Jimmy Woo.-

-Credevo che lo S.H.I.E.L.D. avesse una sezione cinese.- interviene Colleen Wing

-E ce l’ha ma i suoi poteri di intervento sono limitati dal governo cinese… troppo limitati per i gusti di Nick Fury.-

-Tanto per cambiare.- commenta sogghignando Cage.

-Vi consiglio di smetterla con le chiacchiere.- dice improvvisamente l’Artiglio di Giada indicando un’imponente costruzione sotto di loro -Siamo arrivati: quella è la leggendaria fortezza di Fu Manchu.-

 

            Viper sembra davvero sorpresa.

-Tu sapevi che sarei arrivata?-

-Chi altri avrebbe avuto l’ardire di attaccarmi qui a Hong Kong?- risponde il Gatto -Ho un patto sia con le Triadi che con i servizi i sicurezza cinesi. Sapevo che solo qualcuno che non riconosce altra legge che la propria avrebbe osato infrangerlo. Il Mandarino non mi considera un pericolo e l’Artiglio Giallo sta pensando ad altro. Restavi solo tu. Non mi sarebbe importato se avessi tentato di uccidere solo me, sono i rischi del mio tipo di vita, ma attentare alla vita di mio figlio è stato un grosso errore.

-La tua donna lavora per il servizio segreto britannico…- replica Viper -… e non appena avesse saputo della tua morte sarebbe intervenuta.-

-Non è più la mia donna e tu sei davvero paranoica se pensi davvero che l‘MI6 o anche l’MSS[16] si sarebbero disturbati per me. Mi deludi Viper: un tempo eri una temuta terrorista seguace del nichilismo più assoluto, hai perfino governato una nazione per un po’ e ora la tua ambizione è diventare la signora del crimine di Hong Kong. Sei davvero caduta in basso.-

-Fai silenzio, Gatto. Sputa tutto il veleno che puoi, non mi tocchi. Oggi porrò fine alla tua leggenda.-

-I gatti hanno nove vite, non lo sai?-

            Viper si volta e si trova davanti Rick Mason, Leiko Wu e Shang Chi. La sua reazione è sprezzante:

-Pensate di farmi paura?-

 

            Wolverine ritrae gli artigli lasciando cadere il moncherino del braccio sinistro che ha appena troncato a Matsu’o Tsurayaba.

-Ti avevo promesso che ti avrei ucciso un pezzo alla volta, ricordi? Gli dice -Ho trascurato quella promessa troppo a lungo ma ora la onorerò come si deve. Ti farò a pezzi Matsu’o, ti smembrerò da vivo e riderò nel vederti agonizzare.-

<<Sapevo che lo avresti fatto, Logan, per questo ho preso le mie precauzioni nel caso tu fossi sopravvissuto a quello che avevo preparato per te.>>

            La voce viene dallo schermo dove l’immagine del lettino col cadavere della piccola Rina è sostituita da quella di Matsu’o e Fuyumi Fujikawa.

-Ma cosa…?- esclama Elektra.

            Wolverine si volge verso l’uomo a terra e annusa il liquido rossastro che sgorga dalla ferita che gli ha appena inflitto.

-Quello non è sangue…un LMD.-[17] conclude.

<<Abbastanza sofisticato da ingannare perfino i tuoi sensi superacuti… almeno per il tempo necessario. Questa sciarada è finita Logan e stavolta ho vinto io.>>

            L’LMD di Matsu’o esplode e poco dopo un’esplosione più forte fa saltare in aria l’intera villa.

 

 

2.

 

 

            Nel suo ufficio nell’edificio sede del Dipartimento di Polizia di San Francisco (e di molti altri uffici pubblici della Città e Contea) il Tenente Sabrina “Bree” Morrell sta esaminando alcune carte quando si ode una voce:

-Buonasera Tenente.-

            Bree fa quasi un salto sulla sedia quando davanti a lei si materializza quasi dal nulla, o più precisamente da una specie di macchia d’ombra, la figura di un uomo che indossa un costume scuro ed il cui volto è coperto da un cappuccio mentre un lungo mantello lo avvolge.

-Sudario!- esclama la poliziotta -Se continui a farmi di questi scherzi, rischi di farmi venire un infarto.-

-Non c’è nulla che non vada nel suo cuore, tenente…- replica Sudario -… lo sento pompare regolarmente.-

            Bree si chiede se Sudario sia serio o stia tentando, senza troppo successo, di fare dello spirito poi decide che è meglio non farsi certe domande.

-Cosa vuoi?- gli chiede infine.

-Mi chiedevo se avesse delle novità su quegli omicidi rituali.-

-Nessuno… l’ultimo è di una settimana fa. Tu ne sai di più? La nostra non può essere una collaborazione a senso unico.-

-So che gli assassini seguono l’antico rituale della setta dei Thugs e che hanno uno scopo… ma non mi è chiaro quale. I miei… agenti… stanno cercando informazioni su di loro ma finora non hanno avuto successo. Di una cosa sono però sicuro: gli originali Thugs erano soliti far sparire le loro vittime facendole a pezzi, seppellendole o altro quindi le vittime potrebbero essere molte di più di quanto voi della Polizia credete.-

-La scomparsa di tanta gente in poco tempo avrebbe attratto la nostra attenzione.-

-Lo crede davvero? San Francisco è una grande città: quanta gente vi arriva o se ne parte ogni giorno? E poi… ci sono i senzatetto e le prostitute. Chi si accorgerebbe che non ci sono più e chi ne denuncerebbe la scomparsa?-

            Sabrina non sa cosa rispondere.

-Sono stato impegnato in questi ultimi tempi…-[18] prosegue Sudario -… ma ora mi impegnerò a scovare questi moderni thugs. Anche Kalì è curiosa su chi uccide in suo nome.-

            Una cappa d’ombra avvolge Sudario e quando si dissolve il misterioso avventuriero mascherato è scomparso.

            Lo odio quando fa così, pensa Sabrina.

 

            Leiko punta la pistola mirando alla fronte di Viper.

-Credevo che Clive ti avesse ucciso…-[19] le dice con voce dura -… stavolta mi assicurerò personalmente che tu rimanga morta.-

            Le spara ma ecco che il Gatto interviene spingendola fuori tiro.

-Sei diventato pazzo?- lo apostrofa Leiko -Molte nazioni oltre alla mia sarebbero felici se questa donna fosse tolta di mezzo… compresa la tua.-

-Se la uccidi adesso…- replica Shen Kuei -… non sapremo mai i suoi veri piani ed io mi sarò fatto catturare per nulla.-

-Giusto.- aggiunge Rick Mason -Allora… Viper… che intenzioni hai stavolta: un attacco batteriologico su Hong Kong? Una bomba nucleare? Un qualche agente chimico forse?-

            Viper risponde con una risata poi dice:

-Richard Mason… non sei cambiato affatto da quando ci siamo conosciuti. Sei sempre sfrontato. Vuoi davvero una risposta anche se non ti piacerà?-

-Sorprendimi Ophelia…- replica Mason usando quello che, come mi diranno in seguito qualcuno pensa sia il vero nome di Viper -… dicci la verità tanto per cambiare.-

-La verità?- Viper ride ancora -La verità è che Hong Kong è solo un obiettivo secondario, il luogo da cui partirà tutto.-

-Tutto cosa?- intervengo io.

-Ah, Shang Chi… questo sì che è ironico: sto portando a termine un vecchio piano di tuo padre che ho… diciamo così… ereditato.-

-Cosa intendi dire?-

-Immagino che tu sappia cos’è il virus Ebola. Immaginane una versione cento volte più potente che si diffonde anche attraverso l’aria. Il mio aereo personale lo porterà sino al territorio cinese e lo sgancerà. Abbiamo calcolato una mortalità dell’80% e una successiva pandemia mondiale.-

            Si ode uno sparo e un foro rossastro si apre sulla fronte di Viper che crolla a terra mentre il suo sangue forma una pozza intorno alla sua testa. Mi giro per vedere Leiko la cui pistola è fumante.

-Sei pazza?- esclama Mason -Potevamo costringerla a fermare quell’aereo.-

-Non l’avrebbe mai fatto e tu lo sai.- replica Leiko –Pensiamo ad agire piuttosto.-

            Mason sospira e Shen Kuei aggiunge:

-Temo che abbia ragione. Raggiungiamo l’aeroporto. Io avvertirò l’MSS.-

            Non ci resta molta scelta temo.

 

            Una villa nel Sussex. L’uomo nel letto è molto vecchio e sa che i suoi giorni sono contati. Almeno se i rapporti sono veri stavolta, è vissuto quanto basta per vedere la morte del genio del male che ha combattuto per più di cent’anni.

            Non riceve molte visite ormai ma questa è speciale: nientemeno che il Direttore del MI6.

-Buongiorno Sir. Denis.- lo saluta -Come sta?-

-Come un uomo con un piede… e forse due… nella tomba.- replica Sir Denis Nayland Smith con un filo di voce ma pur sempre con autorità -Cosa la porta qui da questo povero vecchio moribondo?-

-Pensavo le facesse piacere avere un aggiornamento sulla caccia alla figlia di Fu Manchu.-

            Un bagliore negli occhi del vecchio agente.

-Mi dica tutto.-

            Il direttore gli fa il resoconto della missione di Reston e degli altri.

-… il loro ultimo rapporto dice che si sarebbero addentrati nella cosiddetta Zona Proibita al centro dell’Henan.- conclude.

-Che misure di esfliltrazione avete preso?- chiede Sir Denis

-Se riescono a uscire dall’Henan e raggiungere Shangai, possiamo farli uscire dalla Cina continentale senza problemi.-

-Non ce la faranno mai e lei lo sa.- ribatte Smith –Ha mandato a morte sicure tre dei miei migliori agenti… ha organizzato una missione suicida.-

            Il silenzio del Direttore è decisamente eloquente.

 

 

3.

 

 

            Non è la prima volta che Clive Reston e Black Jack Tarr raggiungono la fortezza di Fu Manchu ma stavolta con loro c’è un’agente non addestrata all’azione sul campo e Clive teme per lei. Un buon agente non dovrebbe permettere ai suoi sentimenti di interferire col suo lavoro, quindi, forse, lui non è davvero un buon agente.

-Spiegatemi…- sta dicendo Melissa Greville -… noi tre da soli dovremmo entrare in quella fortezza supersorvegliata con centinaia di guardie al suo interno, rapire o uccidere la figlia di Fu Manchu e uscirne senza farci scoprire?-

-Una descrizione accurata del nostro compito, mia cara.- risponde Clive.

-E come cavolo pensi di poterci riuscire?-

-In effetti, questa è la parte debole del piano… per questo ora tu tornerai al nostro veicolo e farai rotta fuori dalla zona proibita.-

-E voi maschietti come pensate di cavarvela da soli?-

            Prima che Clive o Tarr possano rispondere dal terreno sbucano uomini armati sulla cui uniforme c’è il simbolo di una mano artigliata.

            La mano di Tarr corre al grilletto della sua mitraglietta ma Reston lo ferma.

-Sono troppi.- afferma -Ci faremmo solo uccidere.- poi abbozza un sorriso -Se non altro abbiamo risolto il problema di come entrare.-

-Ma non di come uscirne… vivi.- precisa Black Jack Tarr.

-Un problema alla volta, vecchio mio.-

            Vengono disarmati e legati poi sono spinti nel cortile della fortezza dove li aspetta un’altra sorpresa: Fah Lo Suee è legata e sospesa a mezz’aria mentre l’Artiglio Giallo sta assiso su un piccolo trono posto su un palco.

-Abbiamo ospiti mia cara.- dice quest’ultimo rivolto alla figlia di Fu Manchu -Se non erro sono agenti britannici. Pensavano davvero di poter arrivare qui senza essere scoperti? Posso capirli: non sapevano di dover affrontare il genio superiore dell’Artiglio Giallo.-

-Per tacere della tua megalomania.- gli ribatte Fa Lo Suee.

-Nessuna megalomania ma solo la consapevolezza delle mie capacità.-

-Non mi aspettavo di trovare qui un Fu Manchu di seconda categoria dopo aver affrontato più volte l’originale.- interviene Clive

-Temo di essere impervio al suo sarcasmo, Mr. Reston…sì: so chi è lei e chi sono i suoi sfortunati compagni… come so dei vostri interessanti alberi genealogici. Che ne dici, Fah Lo Suee: devo ucciderli immediatamente davanti ai tuoi occhi o farli assistere alla tua esecuzione e giustiziarli subito dopo? Potrei farlo decidere a te.-

            Un diavolo di alternativa, pensa Clive.

 

            Dove fino a poco fa c’era la superba villa di Matsu’o Tsurayaba ora ci sono solo macerie. Nessuno può essere sopravvissuto… o sì?

            Una mano artigliata emerge dalle macerie: Wolverine è vivo e con fatica esce all’aperto portando tra le braccia un’esanime Elektra. Con gentilezza che si troverebbe insolita in uno come lui depone a terra la sua compagna d’avventure e le accarezza il volto.

-Non morire.- sussurra -Non farmi scherzi. Ho già perso abbastanza gente nella mia vita.-

            Elektra apre gli occhi e tossisce.

-Cosa è successo?- chiede.

-Quando l’androide di Matsu’o è esploso, io sono istintivamente saltato su di te e a quanto pare ti ho anche protetto dalla successiva esplosione della casa.-

-Stai bene?-

-Guarisco in fretta lo sai. Ma non riesco a non pensare alla bambina. Nel giro di tre giorni ho scoperto di avere due figli e li ho persi entrambi.-

-Io…- Elektra esita -… credo che Daken sia ancora vivo: lui è come te l’esplosione non può averlo ucciso. Rina…invece… quel bastardo di Matsu’o l’ha uccisa dopo averla rapita e si è divertito a farci credere che potevamo salvarla. Mia figlia… la mia unica figlia. L’ho abbandonata… pensavo che così sarebbe stata al sicuro invece… invece…-

            Non continua e si prende il volto tra le mani.

-Matsu’o la pagherà, lo giuro…- continua Logan -… lo scoverò anche a costo di arrivare all’inferno… è responsabile anche della morte di Yukio. Se era nella villa quando è esplosa…-

-Ma non c’ero.- interviene una voce di donna.

            Logan si volta per trovarsi davanti Yukio viva anche se impolverata e con la calzamaglia strappata in più punti. Le corre incontro e l’abbraccia.

-Ehi, calma.- gli dice lei -Non vorrai sfondarmi qualche costola vero’ Risparmia l’irruenza per altri momenti.-

-Ma come…?-

-La ragazza… quella Fujikawa… mi è quasi esplosa in faccia e poi… ho avuto appena il tempo di infilarmi per una finestrella, lasciandoci anche un po’ di pelle, e sono riuscita ad allontanarmi in tempo.-

            Yukio tace poi accarezza il volto di Logan.

-Mi spiace per la bambina… tua figlia… ma…-

-Non è stata colpa tua: il suo destino era segnato fin da quando Matsu’o ha saputo della sua esistenza.-

-Se l’avessi saputo anche tu…- interviene, cupa, Elektra -… se io non l’avessi abbandonata, avremmo potuto… avremmo potuto...-

-Proteggerla?- conclude Logan –Chi può saperlo? Forse Matsu’o l’avrebbe semplicemente presa di mira prima. Tutti facciamo delle scelte e dobbiamo vivere con esse.-

            Elektra non sa cosa rispondere.

 

            La corsa fino all’aeroporto è frenetica. Mason guida l’auto scoperta in modo spericolato. Non si ferma ai cancelli ed entra direttamente sulla pista dove l’aereo di Viper sta rullando preparandosi al decollo.

-Non ce la faremo mai!- urla

-Non è detto.- ribatto io –Portami più vicino che puoi.-

-Che vuoi fare, Shang Chi?- mi chiede Leiko.

            Non le rispondo ma mi alzo in piedi e spicco un balzo. Per un attimo sembro sospeso a mezz’aria poi le mie mani si afferrano ad un’ala.

-Ben fatto Inglese.-

            Solo Shen Kuei ama stuzzicarmi chiamandomi in quel modo. Mi ha seguito ed è riuscito nel mio stesso intento.

-Ora facciamo quel che deve essere fatto.- mi dice.

            Non è facile ma raggiungiamo il portello e lo apriamo senza troppi sforzi. All’interno uomini armati ci sparano ma non sono in grado di impensierirci.

            Non amo la violenza ma a volte è indispensabile. Lo scontro è rapido e poi il Gatto prende una pistola e la punta contro i piloti dicendo:

-Si torna indietro. Vi conviene obbedirmi alla svelta.-

            E loro non perdono tempo ad accontentarlo.

 

 

FINE PARTE QUARTA

 

 

PARTE QUINTA

 

 

ARTIGLI NELL’ANIMA

 

 

1.

 

 

            L’Artiglio Giallo si volge verso i prigionieri:

-Dovrebbe ringraziarmi, Mr. Reston: uccidendo Fah Lo Suee sto risolvendo al suo governo un problema spinoso. Non è forse per eliminarla che è stato inviato qui in Cina?-

-Ti ringrazierei… forse… se non fosse per il fatto che vuoi uccidere anche noi. Lo trovo… poco sportivo.- replica Clive Reston.

-Voi Inglesi non cessate mai di sorprendermi con le vostre arie di imperturbabilità, come se davvero credeste che tutto si riduca davvero ad una sfida sportiva. Qui si gioca secondo le mie regole e quelle regole dicono che voi avete perso e le vostre vite sono mie.-

            Fah Lo Suee alza la testa e fissa sprezzante il suo nemico.

-Tu sei troppo arrogante, Artiglio Giallo, non hai ancora vinto… e non vincerai.-

-Parole audaci per una che è in mio potere. Sei ancora viva solo perché io l’ho voluto e visto che rifiuti di piegarti al mio volere, la tua utilità è finita.-

-So che può sembrare troppo cliché...- interviene ancora Reston -… ma visto che dobbiamo morire perché prima non ci racconti quali sono i tuoi piani… o dobbiamo credere che ti accontenti di aver preso possesso di questa fortezza e esserti proclamato erede del defunto Fu Manchu?-

-Io sono il suo erede.- ribatte, piccato l’Artiglio Giallo -Nessuno più di me ha il diritto di proclamarsi tale… nemmeno i suoi figli. Io solo sono in grado di portare avanti i suoi piani di dominio su un mondo ingrato. La mia offensiva è già cominciata.-

-Che intendi dire?- chiede Melissa Greville.

-Ho ceduto alla donna chiamata Viper un certo quantitativo di un potentissimo virus in grado di scatenare una pandemia mondiale… un virus sviluppato da Fu Manchu stesso… e se lei farà ciò che deve, domani il Mondo si sveglierà moribondo ed io governerò sui sopravvissuti.-

            Pazzo, pensa Clive, completamente pazzo. Come sarà possibile fermarlo?

-Geronimoooo!-

            Reston alza la testa e rimane sorpreso nel vedere precipitare dall’alto una figura ed ancor più quando si rende conto che è un gorilla.

 

            L’uomo chiamato Logan, con al fianco la sua amica Yukio, si ferma davanti alla porta chiusa di una casa. È insolito vederlo esitare ma se quando deve combattere non ha mai dubbi o paure, i rapporti con le altre persone sono una cosa diversa.

            Yukio sorride e apre la porta. All’interno c’è una ragazza giapponese, una giovane adolescente ormai, pensa Logan, che appena lo vede esclama:

-Logan… sei tornato!-

            Wolverine abbraccia la sua figlia adottiva e mentalmente si rimprovera per esserle stato lontano ed averla trascurata tanto a lungo. Essere padre non significa solo affidarla alle cure di qualcuno di fidato e mandare dei soldi con regolarità. Ci sono responsabilità che uno deve assumersi. Logan è sorpreso che Amiko Kobayashi non lo odi come Daken.

            Ha scoperto di avere due figli di cui ignorava l’esistenza e li ha persi entrambi… oh Daken è sicuramente sopravvissuto ma anche se dovessero rivedersi potranno davvero mai essere padre e figlio?

            Amiko non è sangue del suo sangue ma forse con lei può ancora rimediare.

-Sì, Amiko...- le dice stringendola a sé -… sono tornato.

 

            Gli Americani hanno un’espressione: “Arriva la Cavalleria” che è ormai diventata di uso comune praticamente in tutto il Mondo. Si riferisce a quel momento dei film western in cui i protagonisti assediati dagli Indiani e senza ormai speranze sono salvati dall’improvviso intervento dei soldati.

            Clive Reston non è mai stato un fan dei film western ma è ben contento dell’insperato soccorso. A quanto pare, il gorilla (sì: è proprio un gorilla ed è pure armato pesantemente) non è solo. Con lui ci sono: una ragazza bionda in costume da bagno con le orecchie a punta e delle alucce ai piedi, Namora la reggente di Atlantide, Paladin, Luke Cage, Iron Fist e un sacco di altra gente che non conosce ma un bel po’ di loro sembrano decisamente superumani.

            Reston è rapido ad agire. Dal suo anello di Oxford esce un sottile raggio di calore che fonde le sue manette. Dovrà ricordarsi di ringraziare Olivia Boothroyd per quel regalino quando… e se… tornerà a Londra.

            Rapidamente libera i suoi compagni.

-E adesso che facciamo?- chiede Melissa.

-Ci armiamo e combattiamo i cattivi.- risponde Clive con un tono degno del miglior Errol Flynn.

            L’agente britannico si guarda intorno e individua la Walther PPK che gli hanno sequestrato alla cattura e la prende. Sarà un sentimentale ma è affezionato a quel modello che suo padre aveva usato per tanto tempo. Spara contro uno degli sgherri dell’Artiglio Giallo che stava prendendo di mira Melissa.

-Non ringraziarmi tesoro.- le dice sorridendo.

-Potevo cavarmela da sola.- replica lei sparando a suo volta contro un assalitore.

-Mai dubitato.-

            Vicino a loro Black Jack Tarr non perde tempo e usa la sua mitraglietta senza risparmio. Il vento è cambiato, pensa Clive.

 

 

2.

 

 

            Non è possibile, pensa l’Artiglio Giallo: come ha fatto tutto ad andare storto così rapidamente? Solo pochi minuti fa aveva il Mondo in pugno ed ora... ora è attaccato dallo S.H.I.E.L.D. spalleggiato da alcuni personaggi in costume.

Riconosce alcuni di loro con una certa sorpresa: Jimmy Woo ed i suoi alleati con superpoteri che rovinarono alcuni suoi piani negli anni 50. Woo li chiamava G-Men allora, un gruppo eterogeneo composto: da un terreste allevato su Urano e dotato di poteri straordinari. Si faceva chiamare Marvel Boy e sembrava piuttosto ingenuo ma ora… ora sembra uscito da un incubo. Namora di Atlantide: dicevano che era morta ma è qui e combatte come una furia. M-11, detto il Robot Umano quando di umano non ha nulla, è una spietata macchina di Morte. Gorilla Man che in ogni suo arto impugna un’arma e sembra divertirsi parecchio. E poi c’è lei… bellissima, bionda e poco vestita. Diceva di essere la dea Venere e verrebbe da crederle perché al suo passaggio gli uomini gettano le armi e si inginocchiano.

            E quegli altri sembrano… no: sono davvero le leggendarie Armi Immortali delle Sette Città del Cielo. Cobra Grasso combatte col suo peculiare stile forse un po’ goffo ma efficace. Bella Figlia della Tigre stende i suoi avversari con una facilità irritante. Un’invasione di ragni e una muta di cani apparsa praticamente dal nulla sono il chiaro segno della presenza della Sposa dei Nove Ragni e di Fratello Cane N. 1 e quello è il Principe degli Orfani. L’ultima volta che lo ha visto era in Mongolia nel 1960. Che Iron Fist, col suo patetico codice etico, combatta per Woo assieme alle sue amichette, le Figlie del Drago, a quei patetici Figli della Tigre e ad una ragazza bionda che indossa un costume simile al suo non lo sorprende ma come ha fatto Woo a convincere le altre Armi Immortali? Come?

            Non ha senso chiederselo ora: ha una sola opportunità di salvare la situazione e non deve perdere tempo.

            Approfittando della confusione l’Artiglio Giallo raggiunge il laboratorio che appartenne a Fu Manchu e si dirige ad una consolle. Qualunque cosa voglia fare però, non ha il tempo di farla. Il suono secco dello scatto di una sicura, il freddo acciaio della canna di un’arma sulla sua nuca e una voce ben nota sono l’ultima sorpresa della giornata.

-Ciao zio.-

-Suwan?- nella voce dell’Artiglio Giallo c’è assoluto stupore.

-Ora mi faccio chiamare Artiglio di Giada… ho preso ispirazione da te, non sei contento?-

-Tu… Tu sei… eri…-

-Morta? E di questo devo ringraziare te: non hai esitato a sacrificare la mia anima per sostituirla con quella della perfida Fan Le Tamen e poi… poi non hai esitato a uccidere lei… e me. Ma di questo dovrei esserti grata, prozio, perché ora che sono tornata, sono più spietata e più cattiva.-

            Il dito dell’Artiglio di Giada si contrae sul grilletto.

 

            Clive Reston si batte come un leone cercando al contempo di proteggere Melissa Greville. È un istinto più forte di lui. Non pensava di potersi legare così ad un’altra donna dopo Leiko ma è accaduto e Clive ne è sia felice che spaventato.

            Lo scontro sta volgendo al termine: le truppe dell’Artiglio Giallo sono sconfitte ma lui dov’è?

-Che ne è dell’Artiglio Giallo?- chiede Jimmy Woo -Non ci sarà sfuggito ancora una volta?-

-Temo di sì.- a parlare è stata una donna che Jimmy Woo ben conosce e che esce da una porticina.

-Suwan!- esclama.

-Sono riuscita a raggiungere mio zio ma lui mi ha sopraffatto ed è riuscito a fuggire.- spiega la ragazza -È là sopra.-

            Indica un velivolo che sta decollando da una delle torri.

-Non è ancora detto.- replica Clive.

            Preme un bottoncino della sua pistola modificata e spara: un raggio laser traccia una scia sino al velivolo che esplode.

-Pare che Olivia non si sbagliasse su questo giocattolo.- commenta con un sogghigno.

-Allora l’artiglio Giallo è morto?- chiede Melissa.

            Un silenzio imbarazzato accoglie la sua domanda ed è Jimmy Woo a romperlo dicendo:

-Non penso che ci crederei nemmeno se vedessi il suo cadavere coi miei occhi… ma almeno abbiamo sventato i suoi piani.-

-E quel virus di cui parlava?- chiede Tarr.

-Ho appena sentito la stazione S.H.I.E.L.D. di Hong Kong: due vostre vecchie conoscenze, Shang Chi e il Gatto, hanno bloccato l’aereo di Viper prima che sganciasse il suo mortale carico che ora è stato posto in sicurezza. L’MSS ha cercato di rivendicarlo per sé ma i nostri non lo mollano. Pare che Viper sia stata uccisa da Leiko Wu.-

-Magari è la volta buona.- commenta Reston.

-È ora che ve ne andiate signori.- dice improvvisamente Suwan -Vi ringrazio per l’aiuto: senza di voi non avrei mai preso questa fortezza ma ora non siete più ospiti graditi in casa mia.-

-Casa tua?- esclama Woo –Cosa vuoi dire Suwan?-

-Che rivendico questa fortezza come mio quartier generale in quanto erede dell’Artiglio Giallo...e di Fu Manchu.-

-Suwan…-

-Sono l’Artiglio di Giada adesso.- replica la ragazza.

-Era quello che volevi in dall’inizio. Ci hai manipolato per eliminare tuo zio.-

-Lo avreste fatto comunque. Io vi ho solo messo nella giusta direzione.-

-E cosa ci impedisce di catturarti e portarti con noi ragazza?- interviene Gorilla Man -Abbiamo sgominato un esercito e le tue poche guardie non ci fermeranno.-

            Suwan sorride e replica:

-Prima di uscire all’aperto ho inviato un segnale al MSS… non vi ho detto che ho un accordo con loro? Grave dimenticanza da parte mia… presto dei reparti delle forze armate cinesi convergeranno in questa zona pronti a raderla al suolo… a meno che io non li fermi.-

-Hai ingannato anche loro.- commenta, ammirato, Paladin -Capo di una triade, agente segreto, aspirante conquistatrice del Mondo e chissà che altro. Sei un vero demonietto, ragazza.-

-Grazie del complimento Paladin- ribatte lei con un sorriso -Puoi riferire a Miss Meachum… e a Mr. Rand… che manterrò la mia parola: il Wai-Go Investments Group cesserà ogni tentativo di acquisizione ostile della Rand-Meachum.-

-E dovremmo ringraziarti di questo?- chiede Iron Fist seccamente.

-Non è cosa che mi interessi. Ora… se volete avviarvi ai vostri veicoli…-

-Io sono venuto qui per Fah Lo Suee…- replica Clive Reston -… e non me andrò senza di lei. Ma… dov’è finita?-

            La figlia di Fu Manchu non è più appesa nel luogo dov’era all’inizio della battaglia.

-Si è liberata ed ha approfittato della confusione per scappare. Tipico.- commenta Reston.

-Sembra che la cosa non ti dispiaccia Clive.- replica Melissa.

-Ti confesserò una cosa, tesoro: non mi sarebbe piaciuto ucciderla. Ora il problema è rimandato ad un’altra volta.-

Jimmy Woo si rivolge alla donna che ha amato più di ogni altra:

-Mi dispiace che sia finita così Suwan.-

-Può ancora finire in un altro modo, Jimmy.- risponde lei -Rimani con me e governa assieme a me il mio impero come mio consorte.-

            Allunga la mano per accarezzargli il volto ma lui la ferma.

-Sai bene che non posso.- ribatte -La prossima volta che ci incontreremo sarà da avversari.-

-Lo so… e non è un peccato, Jimmy?-

            Lui non risponde e le volta le spalle avviandosi fuori dalla fortezza.

 

            A New York è ancora notte fonda. McKinley Stewart si sveglia di colpo e non è molto sorpreso di trovare in piedi accanto al suo letto Elektra Natchios. Sa bene che lei è capace di entrare dovunque voglia senza farsi sentire.

-Mac…- dice lei e l’ex pugile percepisce qualcosa nella sua voce: dolore, un dolore espresso anche dall’espressione del suo volto.

            La credeva in Giappone e qualunque cosa sia successa laggiù l’ha davvero sconvolta.

-Che succede Elektra?- le chiede

-Non farmi domande, Mac.- replica lei -Tienimi solo stretta a te. Ho bisogno di te stanotte.-

            E McKinley Stewart non può che accontentarla. Le risposte, se mai ci saranno, aspetteranno la luce del giorno.

 

 

FINE QUINTA PARTE

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            Nel laboratorio della fortezza di Fu Manchu la donna nota come Artiglio di Giada osserva una teca dove giace un corpo… quello dell’Artiglio Giallo.

            Ucciderti sarebbe stato troppo semplice, zio, pensa lei, quello che ho in mente per te è molto più divertente.

-Sei stata brava… molto brava.-

            A parlare è stata una donna di evidenti origini cinesi, dai lunghi capelli neri che veste un abito simile a quello dell’Artiglio di Giada ma di colore rosso con le spalle nude, un’ampia scollatura ed ampi spacchi laterali. È Fah Lo Suee, la figlia di Fu Manchu.

-Ho avuto dei buoni insegnanti.- si schermisce Suwan.

-Un piano decisamente audace: nessuno ha sospettato che io e te fossimo d’accordo e che mi sono fatta catturare dall’Artiglio Giallo intenzionalmente. Anche Viper è stata più facile del previsto da manipolare.-

-Era ansiosa di andare sopra le righe. Convincerla ad attaccare il Gatto e la sua famiglia è stato un gioco da ragazzi. È finita proprio come mi aspettavo e se non avesse funzionato… i piloti lavoravano per me ed avrebbero impedito loro lo sgancio del virus… da cui comunque io e te siamo immunizzate.-

-Mio padre era un genio.- commenta Fah Lo Suee -L’Artiglio Giallo è sempre stato un dilettante al confronto… esattamente come il Mandarino ma a lui penseremo in un altro momento. È stato brillante da parte tua: ti sei guadagnata la gratitudine del Governo Cinese e quando apriranno gli occhi sulle nostre vere intenzioni sarà troppo tardi per fermarci. Sono orgogliosa di te… figlia mia.

            Suwan le fa un leggero inchino.

-Ti ringrazio… madre.-

            Fah Lo Suee sorride. Madre… non è un termine che hanno usato spesso con lei ma ora… si accarezza il ventre appena un po’ arrotondato: lei e Clive Reston non hanno ancora finito.

 

 

EPILOGO DUE

 

 

            Aeroporto Internzionale di Macao. La donna dai capelli neri i cui occhi sono nascosti da occhiali scuri e che indossa un elegante abito verde entra nell’airbus 320 della Macau Air diretto a Tokyo.

-Tutto a posto miss Sarkissian.- le dice l’assistente di volo -Le auguro un buon viaggio.-

-Lo sarà di sicuro.- commenta la donna.

            Pochi minuti ed è seduta al suo posto in Business Class e sorseggia una coppa di champagne. Guarda fuori dal finestrino e si concede un sorriso.

            Bisogna sempre avere un piano di riserva se qualcosa va storto, pensa Viper.

 

 

EPILOGO TRE

 

 

            Da qualche parte in Giappone Matsu’o Tsurayaba e Fuyumi Fujikawa entrano in una stanza dove si trovano una donna, alcuni ninja della Mano ed un lettino dove dorme una bambina dell’età apparente di due o tre anni.

-Magnifico.- commenta Matsu’o -Possiamo aver perso una battaglia ma vinceremo la guerra.-

            Si avvicina al lettino ed accarezza con la mano artificiale la testa della bambina.

-Wolverine ed Elektra credono davvero che la loro figlia sia morta… che l’abbiamo uccisa… non immaginano che sia viva e nelle nostre mani.-

-E che ne faremo?- chiede Fuyumi.

-Non è ovvio: ne faremo la migliore assassina della Mano. La plasmeremo come vogliamo e quando sarà il momento sarà lei ad ucciderli e noi rideremo per ultimi.-

            E sul suo volto appare un beffardo sorriso.

 

 

FINE?

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            E così finisce il 75° episodio di questa serie… molto lungo ma non il più lungo che ho scritto. In ogni caso, era praticamente inevitabile per un racconto celebrativo. Ed ora via alle note:

1)    Come promesso, sono apparsi in questa storia praticamente tutti i personaggi che sono stati protagonisti della serie finora. Alcuni di loro fanno poco più di un cameo ma molti li rivedremo nel prossimo futuro.

2)    L’idea che Suwan, alias Artiglio di Giada, sia figlia di Fah Lo Suee è farina assoluta del mio sacco. Come si dice in questi casi: mi è sembrata una buona idea al momento. -_^

3)    Non sarebbe comunque il primo figlio di Fah Lo Suee. Nonostante non sembri avere più di 25 anni, infatti, la figlia di Fu Manchu è in circolazione da almeno un secolo. Sappiamo dai romanzi di Sax Rohmer e dei suoi continuatori che ha avuto nel 1935 un figlio da Sir Denis Nayland Smith, il nemico giurato di suo padre, figlio poi affidato allo stesso Sir Denis. Fa Lo Suee, quindi, è quasi certamente già nonna se non bisnonna. Sembra che il suo breve incontro notturno con Clive Reston nell’episodio #61 abbia, per così dire, dato i suoi frutti… ma ne riparleremo in futuro.

4)    Il dialogo finale tra Suwan e l’Artiglio Giallo sembra mettere in discussione la versione del suo ritorno dalla morte che lei stessa ha dato a Paladin ed i suoi amici. Qual è la verità? E chi lo sa… a parte Suwan stessa? -_^

5)    Veniamo a Viper… morta ancora una volta eppure ancora viva. A chi ha sparato Leiko Wu: a un clone o la spiegazione è un’altra? La risposta dovrà aspettare.

6)    Ophelia Sarkissian dovrebbe essere il vero nome di Viper. Dico: dovrebbe perché con lei non si può realmente essere sicuri di niente. Ne caso fosse vero, visto il nome, sarebbe di nascita armena.

7)    Rina, la figlia di Logan ed Elektra, è creduta morta dai genitori ma in realtà sarà allevata per diventare una spietata ninja della Mano. Ne sapremo mai di più? Forse sì, in un modo del tutto inaspettato… almeno spero.

8)    Rina Logan è basato molto liberamente sul personaggio omonimo, noto anche come Wild Thing, creato da Tom De Falco & Ron Lim per l’universo MC2.

9)    Yukio, l’amica ninja di Wolverine, è apparsa per la prima volta su Wolverine vol. 1° #1 datato settembre 1982 per mano di Chris Claremont & Frank Miller. Amiko Kobayashi, orfana di fatto adottata da Wolverine, è invece apparsa per la prima volta su Uncanny X-Men Vol. 1° #181 datato maggio 1984 grazie a Chris Claremont & John Romita Jr.

10)  Nota di continuity: la missione a cui accenna Natasha Romanoff sarà narrata in un crossover tra l’Uomo Ragno e Devil. Non perdetelo.

Nel prossimo episodio: Paladin e Joy Meachum si prendono una vacanza ma non tutto va come dovrebbe. In Florida Cigno Nero scopre che il suo bersaglio potrebbe essere più difficile da eliminare del previsto e a San Francisco Sudario è alle prese con i thugs.

      Comincia la corsa verso il numero 100. -_^

 

 

Carlo



[1] Nell’episodio #66.

[2] Nel caotico finale dell’episodio #64.

[3] Vedi Marvelit Team Up #30.

[4] Avvenne su Captain America Vol. 1° #167 (prima edizione italiana Capitan America, Corno, #79).

[5] Ovvero: carina in Inglese.

[6] Padrino.

[7] Su Iron Man MIT #55/58.

[8] Samurai rimasto senza padrone.

[9] Nello scorso episodio.

[10] Narrati in Lethal Honey #5.

[11] Gli hanno sparato nell’episodio #56.

[12] Nella miniserie: “Vedova Nera: Imported from Russia”.

[13] Vedi le ultime storie di Pantera Nera MIT.

[14] Come sapete se siete fedeli lettori di Vendicatori Segreti MIT.

[15] Come visto su Nick Fury MIT #6.

[16] Ministero per la Sicurezza dello Stato l’organismo del Governo Cinese che sovrintende alle operazioni di intelligence.

[17] Life Model Decoy. Androide del tutto simile all’uomo.

[18] Vedi i primi episodi di Agents of W.H.O. scritti dal mio valente supervisore. -_^

[19] Nell’episodio #3.